Mettere a dimora una roverella significa produrre linfa vitale e generare una nuova vita, una vacanza sensoriale tra bosco, vigna, cucina e territorio
«TartufEnoturismo è un progetto di spessore etico, è un progetto nato per salvare il tartufo, ma è anche un progetto di ricchezza ambientale e umana. Ed è un progetto spassionatamente turistico, ma trattasi di un turismo garbato, gentile, facoltoso.
Il messaggio d’amore è: mettere a dimora una roverella, significa produrre linfa vitale e generare una nuova vita. Una roverella in più è una vita che cresce. Noi abbiamo bisogno dell’ambiente puro, noi abbiamo bisogno della sua integrità e di scacciare l’inquinamento, abbiamo bisogno di mettere a dimora una roverella che diventa compagna di vita.
La finalità è migliorare il pianeta: poiché piantare un albero per rigenerare un ambiente naturale e salvare così il tartufo, tale da poterlo far degustare al mondo e richiamare in Italia un pubblico mondiale.
Possiamo regalarci un sogno camminando nel bosco insieme al Maestro Cavatore alla Cerca del tartufo, con il riconoscimento delle piante e percepire il tartufo quale principe della natura e Re della tavola e cavare una pepita meravigliosa che può diventare nostra, con il must “acquista il tartufo in sicurezza e portalo al ristorante”.
Mettiamo insieme i maestri cavatori, mettiamo insieme il bosco, la narrazione, mettiamo insieme la pepita nobile che è il tartufo, che è il nostro cibo divino in un pranzo luculliano, a ristorante o in trattoria».