Dopo aver illustrato quali sono le migliori razze di cani adatte alla ricerca del tartufo, vediamo ora qualche consiglio su come addestrare il nostro amico a quattro zampe per questo nobile mestiere
di Rita Roselli
Olfatto molto sviluppato, scarsa attrazione per la selvaggina, buona resistenza fisica, alta concentrazione ed obbedienza, sono queste le caratteristiche che un cane deve avere per poter aiutare il cavatore a scovare questa rara preziosità: il tartufo. Potenzialmente ogni cane ha queste qualità ma esistono delle razze che meglio di altre si adattano a questo lavoro, anche in questo caso, però, il cane non nasce già pronto per la ricerca del tartufo: serve il giusto addestramento. Che sia un lagotto, un bracco o un setter, il nostro amico peloso ha bisogno di imparare come comportarsi durante la ricerca del tartufo, cosa fare quando finalmente lo ha scovato e, per il padrone, qual è il giusto modo per premiarlo dopo aver portato a termine questa attività.
Premesso che per diventare un addestratore cinofilo servono anni di studio, molta esperienza sul campo, costanza e passione, proviamo a dare qualche consiglio a chi decide di cimentarsi nella ricerca del tartufo accompagnato dal suo amico a quattro zampe. Innanzitutto, è essenziale che l’addestramento del cane inizi già dai primi mesi di vita, quando il cane è ancora un cucciolo apprende molto più velocemente e inoltre quello che poi diventerà un lavoro è vissuto come un gioco per il cane. Imparare divertendosi, questo deve valere anche per il padrone che altrimenti scaricherà tutto il suo stress sull’animale e il risultato dell’addestramento non sarà quindi ottimale. Un suggerimento è quello di farsi aiutare da professionisti, addestratori cinofili che fanno questo per mestiere e sanno come gestire il cane in situazioni fuori dall’ordinario.
Come addestrare un cane da tartufo: qualche consiglio utile
Addestrare un cane da tartufo è un compito impegnativo, che richiede costanza e pazienza da parte del proprietario, non si può pretendere che il cane impari tutto subito, l’allenamento deve essere per lui costante. Si tratta quindi di un percorso che segue degli step, ogni giorno al cane viene insegnato qualcosa in più rispetto a quanto già sapeva, senza forzare il naturale corso dell’apprendimento; i cani sono animali molto intelligenti, imparano in fretta e non a caso sono stati impiegati per vari lavori, a fianco dell’uomo, durante il corso della storia. Allo stesso tempo però non dimentichiamo che il cane è pur sempre un animale istintivo che si può agitare in situazioni di stress emotivo e ciò può essere causa di danni fisici e psicologici.
La prima fase dell’addestramento è quella del riporto e della comprensione dei comandi; in questo momento iniziale il padrone lancia al cane la sua pallina o il suo gioco preferito, il cane deve trovarla e riportala indietro. Come abbiamo detto è un bene che il cane associ l’addestramento a un’attività giocosa, per far ciò in questo primo step ci si aiuta con oggetti che il cane conosce e che quindi saranno più facili da trovare per l’odore che emanano. Nel momento che il cane ha appreso i comandi base si passa alla seconda fase, quella della ricerca sul campo. In questo caso l’addestratore nasconderà alcuni oggetti sottoterra, in un’area più ampia rispetto a dove si è svolta la fase iniziale; in questo caso, solitamente, vengono usate delle palline con all’interno un sasso e cosparse di un aroma tartufato (per esempio utilizzando dell’olio aromatizzato al tartufo sulla pallina). Si inserisce qualcosa di duro all’interno dell’oggetto da scovare, come un sasso, per far sì che il cane, sentendo fra i denti qualcosa di rigido, non morda la pallina o non la mastichi. Questo passaggio è molto importante per far capire all’animale che quando trova il tartufo non deve morderlo o rovinarlo, ma riportarlo indietro integro. È fondamentale che il cane riceva il giusto premio se porta a termine il compito in modo positivo, un biscottino e una dolce carezza saranno per lui la meritata ricompensa e lo stimolo per continuare il lavoro nei giorni seguenti. Una volta compresa questa associazione tra ricerca del tartufo e premio ricevuto, si entra nell’ultima fase quando l’addestratore può iniziare ad allontanarsi di qualche metro dal cane per fargli capire che deve effettuare quell’operazione anche se il padrone non è nelle immediate vicinanze.
In conclusione, è opportuno ribadire che esistono numerose tecniche per addestrare un cane da tartufo e, per farlo al meglio, è consigliabile farsi aiutare da professionisti e addestratori. I consigli illustrati sono utili come base di partenza ma ciò che è essenziale rimane il rapporto di amore e fiducia che deve istaurarsi tra animale e padrone; i cani richiedono impegno, tempo e attenzione costante ma in cambio ci donano il loro amore incondizionato e, se siamo fortunati, anche questa preziosa rarità che è il tartufo.