Il messaggio di Cristini è chiaro: salvare il tartufo dall’estinzione. La soluzione sta nella tartuficoltura e nell’idea di piantare una roverella, per sostenere il tartufo e contribuire a salvare il pianeta
Quindici territori del tartufo, cinque regioni e migliaia di chilometri in cinquanta giorni: da Pergola ad Alba, da San Miniato a Sant’Agata Feltria. Questo è il Viaggio Sentimentale di Cristini, che ci porterà fino all’Expo di Osaka.
Si parte per un’avventura alla scoperta del tartufo italiano, attraversando le fiere e le mostre più antiche del paese. Un viaggio che ci porta tra boschi, vanghetti e cani da tartufo, in un rapporto stretto con cavatori e chef, per approfondire i temi e le necessità del mondo del tartufo. Ma è anche un pieno godimento dei profumi, della caratura del tartufo e dell’abilità dei cuochi italiani che lo sanno esaltare nei piatti.
Le parole chiave sono: etica, estetica, autenticità, narrazione e ristorazione nei territori del tartufo.
Cristini ci offrirà una narrazione profonda del legame tra bosco, cavatore e cagnolino, con reportage, dirette social, servizi mirati e articoli, raccontando questo viaggio sentimentale italiano del tartufo che ci farà sognare. Spazio ai Custodi del Bosco, alla bellezza del territorio e ai 1000 profumi del tartufo, che variano e sorprendono con sfumature diverse a seconda degli alberi che li circondano: la roverella, il carpino, il cerro, la farnia, il leccio o il tiglio. Un tartufo sempre pregiato, sempre italiano, ma con effluvi e sensazioni aromatiche differenti. Questa è la meravigliosa biodiversità del bosco, ed è questo il viaggio sentimentale nell’Italia dei tartufi.
Ogni mattina all’alba, pronti a scoprire l’Italia del tartufo, vagando tra colline e boschi, raccontando il rapporto con i Maestri cavatori, i loro sentimenti, le sfide e le certezze di essere i veri Custodi del Bosco, identificatori del territorio e Salvatori del pianeta, maestri di un’arte nobile come quella della cerca e cavatura del tartufo.
Ne nascerà una classifica delle fiere più tipiche, meglio organizzate e rappresentative dell’identità territoriale. Come Veronelli esaltava la gloria del vino contadino, qui vogliamo proclamare la gloria alla purezza del tartufo, eliminando la chimica e gli oli sintetici, per dare spazio alla naturalità di ciò che madre terra ci regala.
Un dialogo aperto con i Custodi del Bosco, ma anche con gli chef, capaci di donarci sogni, emozioni e autenticità. E, come mio piacere personale, non mancherà il giusto calice in abbinamento.
In questo anno che anticipa l’Expo di Osaka, vogliamo celebrare il connubio tra Italia e Giappone, esplorando nuovi abbinamenti tra il tartufo e il sakè, per unire due nazioni che si somigliano nella qualità della cucina e che insieme possono regalare una sensuale armonia a tavola.