In veste di Narratore del tartufo italiano, mi sento Paladino del Gusto, sentinella della qualità, alfiere del Made in Italy e Custode della bellezza italica
In poco più di un mese, abbiamo navigato l’Italia da nord a sud: dal Piemonte alle Marche, dal Lazio alla Puglia è non ci fermeremo qui.
Un impegno quotidiano, uno studio costante e valori innato che provengono dalla ricerca e dalla volontà di dare sempre nuove risposte e nuove identità.
La cultura del tartufo ha il suo fascino solo se riempita di contenuti e forti competenze che vanno ad elevare i valori culturali e sensoriali, capaci di colmare quelle lacune ancora presenti ma che offrono spunti per migliorare.
Tutto è possibile se hai un’identità culturale forte, tale da guardare oltre, per scoprire nuovi territori vocati a Sua Maestà.
L’impegno accademico non si ferma mai, la cultura del tartufo va manifestata in tutta Italia e in tutto molto. Lo faccio perché sento che abbiamo un dovere, che è quello di far amare il bosco, la natura, la cucina e la nostra ristorazione: non solo gli stellati, ma anche le piccole trattorie di collina. Il tartufo italiano vegeta in tutte le regioni, lo troviamo in tutte le stagioni e quindi tutto l’anno. Il tartufo italiano è il migliore al mondo.
Il tartufo è poliedrico, versatile e capace di assecondare tutti i palati.