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Il nostro viaggio sui territori ci porta oggi a San Paolo di Jesi, nelle meravigliose colline del Verdicchio.

Ad accompagnarci in questo viaggio Sauro Boria: narratore del vino e del territorio, un poeta del nettare di bacco.

A lui chiediamo che cosa significa per te  ricoprire questo ruolo?

«È un onore per me ricoprire questo ruolo, e un onore descrivere le persone e i valori del nostro territorio e  del verdicchio ma non solo.

Ci troviamo a San Paolo dove i terreni sono molto piccoli e l’uva anche in antichità era essenziale per far vivere il mezzadro.

Il far conoscere alle persone le nostre colline diventa per me un vanto, agli stranieri ho fatto provare il brivido di camminare scalzi nei nostri vigneti  per scoprirne l’essenza, ed ancor oggi mi ringraziano.

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E poi questi nostri meravigliosi paesi, ognuno ha il proprio castello e il proprio teatro.

In questo territorio il verdicchio può sfidare il tempo ed è anche un vino che ama profondamente il tartufo».

Quale piatto al tartufo prediligi al cospetto del verdicchio?

«Con le nostre uova, con le nostre farine di grano tenero, preparo le tagliatelle e con il nostro olio di mignola, una varietà locale che profuma di lampone, preparo  un condimento per le tagliatelle; olio di mignola e copiosa grattugiata di tartufo nero, unitamente ad un buon verdicchio superiore passato in legno e con la sua nota delicata di vaniglia e di mandorla, creiamo una perfezione a tavola. 

E poi visto che siamo in tempo di Carnevale, con i dolci locali a San Paolo proponiamo la cicerchiata in un cestino di granella e ci abbiniamo un vino tipico che qui festeggiamo: il vino e visciola che rappresenta un elisir d’amore con i dolci carnevaleschi».

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