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Giuseppe Cristini, direttore dell’Accademia del Tartufo nel mondo, dice la sua in merito alle voci sulla Casciotta d’Urbino, dopo che alcune voci hanno sollevato dubbi sulla sua integrità

« È davvero doloroso leggere le ultime notizie riguardanti la Casciotta d’Urbino, un tesoro che ho difeso con passione per tutta la mia carriera professionale. Se quanto riportato è veritiero, è come se un pilastro della mia esistenza professionale crollasse improvvisamente.

Le voci giornalistiche parlano di prodotti della Valmetauro maltrattati, di manipolazioni chimiche di cui preferisco nemmeno parlare, di latti scaduti e conservazioni negligenti. Se queste accuse trovano fondamento, è un duro colpo per la reputazione di un prodotto che meriterebbe tutt’altro, un prodotto noto per la sua estrema cremosità, freschezza e sapore delicatamente dolce, con note accattivanti che richiamano sensazioni uniche, un vero piacere per il palato, con la perfetta armonia tra il latte ovino e bovino.

La Casciotta d’Urbino che ho conosciuto e difeso con ardore è una delizia che rappresenta il meglio della tradizione casearia. Spero sinceramente che queste rivelazioni non siano altro che illazioni infondate, e che non si sia tradita la genuinità di un prodotto così speciale.

È davvero sconcertante pensare che dietro le quinte si siano verificate pratiche così discutibili. Se quanto emerso è vero, è un vero peccato che una così preziosa eredità venga gettata alle ortiche per negligenza o avidità. Mi fa riflettere su quanto sia fragile l’equilibrio tra la tradizione e il progresso, e su quanto sia importante preservare l’autenticità e l’integrità dei prodotti di eccellenza come la Casciotta d’Urbino.

Spero che tutte le responsabilità vengano chiarite e che si possa ripristinare la fiducia nel marchio. Altrimenti, sarebbe un tradimento non solo verso i consumatori, ma anche verso una tradizione antica che merita rispetto e tutela. Spero solo che questo sia un incidente isolato e che non comprometta irrimediabilmente la reputazione di un’eccellenza italiana tanto ammirata e rispettata.

Michelangelo si rivolterebbe nella tomba».

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