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A Bruxelles parlano di annacquare il vino, una proposta che mira a produrre vino dealcolato attraverso l’aggiunta di un certo quantitativo d’acqua, con l’obiettivo di renderlo meno dannoso per la salute. Non sarebbe la prima volta che questa folle Europa, aggredisce il mondo del vino sincero, vero e puro.

Ma che cosa berremmo, dove va a finire il profumo, il gusto, il bouquet e la persistenza aromatica del nettare di Bacco?
Io credo che siamo alla follia, la cultura italiana non prevede di miscelare il vino con l’acqua e anche a ristorante da sempre la mise en place prevede due bicchieri,  un calice per il vino bianco o rosso e un tumbler per l’acqua. Se voglio la miscelazione la decido io.
L’ignoranza in materia da parte della UE, proviene dall’incompetenza o dalla malafede?

Forse sì vogliono rovinare le cantine e privilegiare le multinazionali?
Dove va a finire la storia,  il lavoro anche manuale degli uomini e delle donne italiane e francesi che durante la vendemmia scelgono i migliori grappoli per regalare un elisir di lunga vita che e’ il vino! Il vino annacquato è una fesseria, chi lo propone è in malafede

Sarebbe un grave colpo economico inferto al mondo del vino e non lo permetteremo,  piuttosto faremo le barricate ad oltranza; per l’Italia è un’offesa che non possiamo accettare
Piuttosto ci sentiamo di dare un consiglio spassionato: bevi meno e resta sobrio, ma bevi un buon calice di vino che non ha mai fatto male a nessuno: una fragrante bollicina, un fresco rosato,  fino a un rosso imperiale.
Noi appassionati, amanti e gourmet; vogliamo  bere vini profumati ed eleganti e non accettiamo l’incompetenza di una Europa incapace di capire,  la cultura, la storia e  il valore del “Vignaiuolo” come diceva il grande maestro Gino Veronelli, che se fosse ancora in vita prenderebbe tutti questi burocrati a ceffoni. Il vino annaffiato bevetelo voi burocrati di Bruxelles.

Questa Europa, incapace di percepire i lavori dell’agricoltura, della vigna e del lavoro dell’uomo e delle donne di madre terra Italia, non la rispettiamo, perché lontano dai desideri dei cittadini e lontano  anni luce dal rispetto del lavoro che invece e’ nutrimento dell’agroalimentare.

Nella vigna c’è sudore e dignità e soprattutto famiglie che hanno investito da generazioni.
Facciamo fronte comune e  tutti uniti nel respingere questa ignobile proposta europea.
E comunque non si può pensare di chiamare vino qualcosa che vino non è!

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