La Regione Marche punta sul brand tartufo come appeal ambientale e culturale, in previsione di una ripartenza del turismo italiano e internazionale che vede nella gastronomia del tartufo un richiamo di grande fascino edonistico.
«Accademia del Tartufo nel Mondo e il pregiato tuber delle Marche sarannoambasciatori delle Marche per le strategie di internazionalizzazione».
Con questa frase il Vicepresidente della Regione Marche e assessore all’agroalimentare e all’internazionalizzazione Mirco Carloni, lancia un forte segnale di ripresa della marchigianita’ attraverso il principe della cucina e re della tavola: il tartufo; indicando anche prospettive e programmi che da giugno in poi potranno promuovere il tartufo nelle Marche nel mondo.
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«Il tartufo», ha proseguito Carloni, «è un indicatore ecologico e, nelle Marche, lo possiamo degustare tutto l’anno. Tutte le otto tipologie edibili sono presenti nella nostra Regione e attraverso l’Accademia del tartufo nel mondo, possiamo raccontare la bellezza dei territori e dei luoghi dove il tartufo nasce, grazie ad una agricoltura sana e verace per un richiamo internazionale di un turismo facoltoso ed esigente».
Dal tartufo nero pregiato del Piceno, fino al bianco di Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, il bianchetto a Fossombrone e il tuber aestivum nel Montefeltro: tutta la Regione offre una versatilità e una poliedricità di dimensioni culturali, turistiche, ambientali e gastronomiche che presentano le Marche come una Regione al plurale e la caratterizzano come l’Italia in una sola Regione.
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La marchigianità deve buttare il cuore oltre l’ostacolo ed avere il coraggio di aprirsi al mondo e narrare la propria identità, attraverso una promozione che privilegi i borghi, le vallate e le colline, oltre alla bellezza dell’Adriatico.
«E», prosegue ancora Carloni, provenendo lui stesso da una famiglia di ristoratori, «accanto al tartufo devono fare bella mostra di sé anche i grandi vini marchigiani; da un Bianchello del Metauro ad un Verdicchio di Matelica fino ad un Pecorino di Offida, affinché questi grandi vini della nostra terra possano corteggiare e affiancare il tartufo anche sulle spiagge, magari abbinato al meraviglioso pescato dell’Adriatico. Penso a una vellutata di ceci o fagioli con dei calamaretti appena scottati e una grattugiata di tartufo nero, ma anche un risotto con i crostacei e il tartufo e per i grandi gourmet, un rombo chiodato al forno con copioso tuber aestivum».
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«Pesce e tartufo» esclama il Direttore di Accademia del tartufo nel mondo Giuseppe Cristini: «può essere veramente un grande claim per un richiamo estivo dei turisti e dei gourmet, nella nostra ristorazione sul mare».