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Il salotto TV di Giuseppe Cristini celebra il tartufo con Pino Crestini e Cristiano Capponi, due esperti amici da 35 anni. Tra boschi e cani addestrati, lanciano un appello: salvaguardare il tartufo e il suo habitat

Il salotto televisivo marchigiano di Giuseppe Cristini, noto per i suoi incontri “esclusivi ma non troppo”, torna protagonista con un appuntamento dedicato al tartufo bianco, l’ “oro della tavola” e miracolo della natura. La stagione di raccolta del tartufo bianco si sta proiettando nelle fiere varie italiane tuttora in svolgimento. Al centro della puntata, Pino Crestini e Cristiano Capponi, due figure iconiche del settore: Crestini, Maestro Cavatore e custode del bosco toscano, e Capponi, esperto e appassionato tartufaio, noto volto del reality di Dmax “Caccia all’oro bianco”.

Nel salotto marchigiano: Giuseppe Cristini, Cristiano Capponi e Pino Crestini

Amici da oltre 35 anni, Crestini e Capponi hanno condiviso un’esperienza unica tra boschi e cani da tartufo, raccontando un mondo fatto di giornate di ricerca, successi e delusioni, e la simbiosi tra cavatore e cane. La loro vita è un viaggio tra i segreti del bosco e la conoscenza profonda del tartufo, raccolto con cura e rispetto.

Cristiano Capponi e Pino Crestini

Pino Crestini, maestro dei cani da tartufo, ha creato una nuova specie, unendo le caratteristiche di bracco e pointer: un olfatto formidabile e una resistenza eccezionale per lunghe escursioni nei boschi. Insieme a Capponi, condividono l’amore per il tartufo, ma anche una preoccupazione urgente.

Una vecchia locandina del 1969 della Sagra del Tartufo di Sestino, in provincia di Arezzo

Il rischio di estinzione del tartufo è reale, ammoniscono i due protagonisti: questo tesoro della biodiversità deve essere salvaguardato e protetto. Per chi vive il tartufo come passione e mestiere, la sua tutela è una questione di territorio e autenticità. Il tartufo, infatti, va trattato con “guanti bianchi” e narrato all’ospite con eleganza.

Cani da tartufo: compagni fidati e allenati per scovare il prezioso “oro della terra”

Crestini e Capponi concordano: la cura del bosco, delle roverelle, dell’ambiente e della simbiosi con il cane sono le basi per garantire che questo diamante della cucina continui a vivere nelle nostre tavole anche in futuro.

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