Continua il viaggio tra le città del tartufo. È il turno di Vezza d’Alba, piccolo comune di 2300 abitanti in provincia di Cuneo, Piemonte. Da sempre famosa per i suoi tartufi bianchi e per la Fiera Regionale del Tartufo
l Tartufo è stato nei secoli scorsi per Vezza d’Alba, nella zona centrale del Roero, una grandissima risorsa per i contadini che a novembre, dopo la semina del grano, si trasformavano in Trifolao e percorrevano ogni notte gli estesi boschi di querce, pioppi, olmi, salici tartufaie naturali. Vezza d’Alba forma con altri 21 Comuni il territorio Roero, area collinare posta sulla sinistra del fiume Tanaro, corso d’acqua che divide dall’area collinare più vasta denominata Langa. Un ambiente con rilievi ripidi, sabbiosi denominati “bricchi” separati da valli e vallette fresche e ombrose. Vezza ospita sul versante più soleggiato i suoi bricchi ammantata di vigneti e sui versanti Nord estesi boschi.
Un paesaggio molto vario grazie alla presenza della biodiversità di colture, alcune storiche, con eccellenze quali il pesco che sopravvive accanto alle nuove, come il nocciolo. Argille, marne e sabbie finissime si alternano a formare la stratigrafia delle colline vezzesi, formando l’ambiente molto favorevole per le tartufaie. Oggi il grande patrimonio boschivo della zona viene tutelato anche provvedimenti e regolamenti comunali che controllano l’abbattimento delle piante tartufigene e favoriscono la piantumazione di piante a vocazione tartufigene.
La creatività e l’intraprendenza non mancano certo a Vezza d’Alba e ai vezzesi in ambito gastronomico tanto che una trentina di anni fa è stata istituita la “Fiera Regionale del Tartufo”, significativa rassegna di questo prodotto nel Roero. Sin dalle prima edizioni la Fiera si è conquistata il più vivi apprezzamenti del pubblico per la qualità dei tartufi che vengono commercializzati.
Vi è quindi una consonanza logica tra questa prestigiosa realtà e una delle più recenti realizzazioni di questa Comunità: la “Tartufaia” attrezzata, ricavata in un terreno a spiccata vocazione tartuficola, in località Val Tesio, popolato da piante che favoriscono la simbiosi delle micorrize con il proprio apparato radicale: querce (soprattutto), pioppi, tigli e salici. Questa iniziativa ha molteplici finalità: scientifiche in quanto si presta a favorire studi e ricerche; di tutela, operando – nella sua conduzione – a protezione del bosco; didattica, accogliendo visite di studenti e turisti che possono giovarsi della conoscenza “sul campo”, anche seguendo i sentieri esistenti sul terreno. La sua ubicazione, in una zona di grandi tradizioni per la sua raccolta, come il Roero, è di facile e comoda accessibilità: a poche decine di metri dalla strada provinciale N. 429, nel tratto che collega la frazione Borbore e Canale d’Alba.
Visita: www.cittadeltartufo.com