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Giuseppe Cristini, direttore dell’Accademia del Tartufo nel Mondo e amico e partner di Amilcare Mariotti per circa vent’anni, ricorda le gesta, la personalità e la nobiltà d’animo del Maestro

Durante le celebrazioni della 19ª edizione della festa del Prosciutto di Carpegna, è stato istituito il premio Amilcare Mariotti, dedicato al grande maestro tagliatore di prosciutto, noto come Violino del Montefeltro e gioiello delle Marche.

La premiazione della figlia di Amilcare Mariotti, Rossana

Sono stati ricordati i valori e gli impegni che il maestro ha diffuso nel mondo, sempre con il coltello ben affilato e la mente lucidissima. “Amilcare amava Carpegna, amava il mondo. Era un gentiluomo che aveva fortunatamente viaggiato il mondo, ma si sentiva fieramente Carpegnolo, dove si respira un’aria perfettissima e amena”.

Amilcare Mariotti e sua figlia Rossana

Amilcare mi ha insegnato a conoscere e amare il prosciutto di Carpegna, inizialmente con la famiglia Brendolan, poi con la famiglia Beretta, fino a oggi, in cui il Prosciutto di Carpegna DOP è diventato il brand alimentare marchigiano più conosciuto all’estero.

“Lui raccontava il Carpegna in tutto il mondo e, con il garbo che lo contraddistingueva, elegantemente ne posizionava la fetta sottilissima su un grissino. Anche quando lo metteva sul pane, voleva piccoli pezzetti di pane nell’assaggio perché diceva che il prosciutto doveva sentirsi“. E a chi gli diceva che il Carpegna è caro, rispondeva: “La qualità costa, figuriamoci l’eccellenza“.

Il prosciutto di Carpegna

La storia del prosciutto a Carpegna è secolare e Amilcare e suo padre stagionavano i prosciutti nostrani dei contadini. Poi, quando è diventato difficile trovare le cosce, lui andava ad acquistare direttamente il prosciutto in azienda. Ha conosciuto Marco Pantani, e quando Marco si allenava su queste vette, ripetendo il Cippo anche tre volte, diceva: “Il Carpegna mi basta ed è qui che preparo le mie vittorie“. E quando il Pirata scendeva giù dal Cippo, veniva in piazza e andava nel negozio di Amilcare, facendosi fare un panino con almeno 2 etti e mezzo di prosciutto, dicendo: ‘Dammi quello buono; voglio il Carpegna DOP‘”.

Giuseppe Cristini durante la festa del Prosciutto di Carpegna

L’ultimo servizio che facemmo insieme fu per Expo Milano, nei caldi giorni di giugno e luglio 2015. Io e lui, presso lo stand della famiglia Beretta, raccontavamo il prosciutto di Carpegna al mondo. Ricordo la presenza anche di Alberto Beretta, del Dottor Riva e del Patron Vittore. Lui affettava felicemente e io lo narravo e lo abbinavo al vino. A proposito, beveva solo vino bianco, lo voleva fresco, quasi freddo, e odiava il vino caldo. Quando vedevo Amilcare che cominciava ad asciugarsi la fronte, sempre con garbo, alle undici e mezza di sera, gli dicevo: “Vogliamo andare, Amilcare?” e lui rispondeva: “Sì, Cristini, è ora di tornare a casa, portami in albergo“.

Gli organizzatori della 19a edizione della Festa del Prosciutto di Carpegna

Amilcare Mariotti è stato veramente il primo grande maestro tagliatore di prosciutto di Carpegna. Mi manca molto, anche perché aveva un grande humor e con lui non ci si annoiava mai. Ti vogliamo bene, Amilcare.

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