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Giuseppe Cristini, direttore dell’Accademia del Tartufo nel Mondo, commenta la notizia del 16 dicembre: la cerca e cavatura del tartufo in Italia è patrimonio culturale Unesco!

In molti oggi si pavoneggiano impropriamente di questo successo, mentre noi onestamente ci sentiamo di riconoscere il merito a chi è stato vero paladino, che unitamente al Ministero della cultura con il Sottosegretario Lucia Borgonzoni ha fatto appieno la sua parte. 

I primi sicuramente le Città del Tartufo che rappresentano i reali custodi del tartufo, scrigni di cultura e autenticità e depositari di questa arte nobile della cerca e della cavatura come espressione dei vari territori, che manifestano quei “custodi del bosco” che sono la vera essenza del tartufo nella parte originaria della filiera. 
E poi Il Centro studi internazionale del tartufo d’Alba, che rappresenta sicuramente l’istituzione; con lo studio, la ricerca e la scoperta del pianeta tartufo, quale patrimonio forte e identitario.

Sono i Comuni i veri paladini e i preziosi custodi del mondo del tartufo e del suo percorso culturale e turistico tutto l’anno. Sono loro che da anni difendono il valore di Madre Terra, sono essi stessi che si promuovono attraverso le manifestazioni e la ristorazione che è destinata a crescere. 
 
Ritengo che, con questo riconoscimento Unesco, tutte le città del tartufo ne potranno avere beneficio, soprattutto quei territori già riconosciuti Custodi e Paladini del tartufo, depositari di un’arte che si tramanda da anni e che hanno investito da tempo nel mondo ambientale, turistico e culturale attorno a questo prezioso e nobile Re della tavola. 
Ora l’Italia può vantare un richiamo culturale umano, che mette al primo posto il rapporto tra il cagnolino e il cavatore, che deve diventare emblema assoluto della difesa del bosco e di tutto un territorio integro che va protetto. 
I cavatori sono certamente i custodi del bosco, paladini dell’ambiente e a loro chiediamo di aiutare e sostenere il bosco, non solo per cavare un tartufo oggi, ma per poterlo avere perennemente negli anni.

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