Gli enologi non invecchiano con gli anni, ma con le vendemmie. Il vino è la bevanda più scientifica e più leggendaria che esista. A parlarne con Giuseppe Cristini è l’enologo Roberto Potentini
A Matelica nell’Alta Vallesina, nella Cantina Belisario, siamo in compagnia di Roberto Potentini, un maestro per quanto riguarda il vino, la vigna e, soprattutto, un signore della cantina.
Che cosa significa Roberto essere un signore della cantina?
«È complicatissimo, perché il vino è passione, amore, tecnologia e chimica è microbiologia, è cultura e’ il sacro e il profano, è leggenda, è storia, è scienza, per cui il vino racchiude in sé tanto misticismo. Sono 42 vendemmie fatte: gli enologi non invecchiano con gli anni ma con le vendemmie.
In questi 42 anni vitivinicoli, ciò che ho maturato nel vino è che occorre studiare tanto, applicare tanta scienza e microbiologia, tanta chimica, tanta fisica; tutto ciò che racchiude la grande scienza dell’enologia, che non è altro che un insieme di tante discipline e tutte vanno racchiuse e guidate dalla cosa più immateriale e intangibile che è l’aspetto passionale, culturale ed emotivo del vino.
Il vino non si fa’ senza passione, il vino non si fa’ senza scienza, il vino non si fa’ senza prendere le misure vitivinicole ed enologiche e senza il misticismo vitivinicolo e il vino a tavola corteggia il grande tartufo ed entrambi sublimano l’italianità.
Il vino è frutto della vite e del lavoro dell’uomo, il vino non è un prodotto della natura, il vino è un prodotto in cui l’uomo usa la natura per produrre qualcosa che in natura non c’è.
La natura prevede l’aceto nel processo di entropia dell’universo applicato all’uva. Il vino si fa’ ed è per questo che il saper fare dell’uomo entra in maniera preponderante e in maniera progettuale nel vino.
Il vino è bello perché si misurano tutti i suoi parametri ed è la bevanda più complicata che esista al mondo, si arriva a migliaia di componenti nel vino andandole a misurare in ppm, ma è la bevanda più passionale che esiste al mondo; per cui credo che sia la bevanda più scientifica e più leggendaria che esista».