Nel racconto della filiera del tartufo, e dei passaggi che portano alla produzione del “diamante della cucina”, oggi parliamo del terroir e delle caratteristiche che deve avere un terreno per produrre il tartufo.
Per capire quali sono i terreni ideali per il tartufo in questo caso (il tartufo albidum) o marzuolo; è indubbiamente indispensabile un terreno calcare leggero, marnoso e argilloso.
La tartufaia, per essere realizzata, ha bisogno sicuramente di un’analisi del terreno e sicuramente di un ambiente ideale: le piante giuste possono essere sicuramente la roverella, il tiglio e il nocciolo.
A raccontarci tutto questo è sempre il Maestro Cavatore e custode del bosco Pino Crestini.
Ma la pianta che è in assoluto la più tipica per il tartufo è sicuramente la roverella.
Una tartufaia merita un’analisi approfondita di vari punti del terreno: è importante innanzitutto il Ph, poi il calcare totale e attivo, ma anche la percentuale di limo e argilla.
Un tuber melanosporum (tartufo nero pregiato) in presenza di un terreno con Ph alto, non produrrà mai il tartufo
E poi sgombriamo il campo dall’idea che si possa coltivare il tartufo in un vaso in terrazzo. Sicuramente è un illusione.
Senza terreni idonei, adatti ad ogni singolo tartufo, senza un’analisi del terreno e senza le piantine giuste micorrizate e certificate (e in questo caso richiamiamo il valore del Trufflland) sicuramente il tartufo non vegeterà mai.
Molto spesso si sentono delle pubblicità o delle promozioni che vendono piantine garantite certificate per la produzione del tartufo. In questi casi è’ utile affidarsi sempre alle professionalità e a chi questo mondo lo vive costantemente, con una forte esperienza, come il Truffleland.