Sant’Angelo in Vado è la Terra del tuber magnatum, ringraziando Iddio.
C‘è chi è nato in Arabia ed ha il petrolio, noi italiani per fortuna abbiamo il tartufo bianco pregiato che è un lusso indiscutibile.
Con Matteo Guerra, tartufaio marchigiano di Sant’Angelo in Vado, andiamo a seguire l’importanza dei lavori in una tartufaia di nero estivo: Matteo esegue una potatura leggera apicale, tenendo sempre la pianta bassa, così le radici rimangono in cima e alla base del terreno, quindi non troppo profonde così come il tartufo. Viceversa se la pianta cresce troppo le radici vanno in profondità.
La potatura è importante, così come la zappatura del terreno che va fatta a fine produzione, in linea di massima a settembre per il tartufo scorzone e marzo-aprile per il nero pregiato.
Una tartufaia da rigenerare va potata e zappettata, va anche arieggiato il terreno e poi va immesso nel terreno tanto tartufo che Guerra spera di poter cavare nei prossimi anni, nella sua tartufaia infatti ha già immesso circa 10-15 kg di tartufo scorzone. Il tartufo macinato e congelato viene gettato sulla terra durante la zappatura, cosicchè le radici delle piante possano incontrare le spore del tartufo in modo da creare un ambiente sempre più fertile.
Le fasi di lavorazione della tartufaia sono estremamente importanti, in quanto attraverso l’inoculo sporale, la zappettatura del terreno e la potatura, si creano nuovi apici radicali dove il micelio può fruttificare.
Secondo Matteo Guerra è meglio cavare il tartufo 10 giorni dopo che 10 giorni prima, il tartufo maturo infatti lascia le spore nel terreno anche per gli anni a venire, questo è un buon metodo per prevenire la scomparsa del tartufo negli anni.
Per quanto riguarda i cani da tartufo Matteo Guerra ne possiede 10, e si affida ai suoi incroci Bracco e Pointer ormai da dieci anni e si commuove quando ripensa alla sua cagnolina morta un mese fa, dopo tredici anni trascorsi con lui e cresciuti assieme.
Il tartufo, per Matteo Guerra, è una scelta di vita, non bisogna pensare che con il tartufo si diventa ricchi, tuttavia quando si ha la fortuna di avere il cielo come soffitto, una tartufaia come pavimento e la voglia di sporcarti le mani di terra con il cane fedele accanto, allora diventa davvero una bella scelta di vita.
A Sant’Angelo in Vado in in questo periodo di fine febbraio e primi di marzo troviamo: il bianchetto, il brumale e il moscato. Il nero pregiato è sempre più raro e solo i vecchi tartufai conoscono qualche angolo nascosto dove poterlo trovare, e chi lo trova lo tiene per se: perchè quando si fa fatica a trovare il tartufo è sempre più buono.
Per concludere: Sant’Angelo in Vado è la Terra del tuber magnatum ringraziando Iddio. C’è chi è nato in Arabia ed ha il petrolio, noi italiani, per fortuna, abbiamo il tartufo bianco pregiato che per noi è un lusso.