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Il direttore dell’accademia del tartufo nel mondo Giuseppe Cristini ci introduce alla stagione tartufigena spiegandoci come la stagione del tartufo coincide con la rinascita del bosco

«Da parte nostra come Accademia del tartufo nel mondo vi riserveremo molte gradevoli novità; siamo fieri di annunciare un grande progetto che mette al centro la promozione, la mediaticità e il contatto diretto con la natura, la cucina e la tavola, unitamente al piacere di raccontarvi la narrazione del tartufo in tutta la sua bellezza.

In bocca al lupo ai cavatori, ai custodi del bosco, che abbiano tutti un grande rispetto per l’ambiente e la natura incontaminata che dobbiamo tutelare. 
Sua maestà è tornato, abbiamo bisogno del custode del bosco, del cagnolino, del rispetto per l’ambiente, che assieme allo chef narratore ci sanno stupire, per offrire all’ospite, turista e gourmet, l’unicità del tartufo italiano che in ogni regione sa regalare la sua pepita nobile.

Tutti siamo in attesa di scoprire le prime pepite di tartufo bianco, in un periodo che ci accompagnerà fino a Natale; anche se e’ giusto scoprire il valore sensoriale e gastronomico dei primi tartufi uncinatum, (un tartufo nero di buon impatto e di buoni profumi) per decollare poi da metà novembre verso il tartufo nero pregiato o Truffe du Perigord, (tartufo di grande fascino e suadenza), senza dimenticare il tartufo nero d’inverno, il garbato brumale che nella versione moscato regala profumi davvero gentili.

Il bosco italiano sa offrire un tartufo, per ogni palato, per ogni mente e per ogni tasca.

Tutto ciò’ rappresenta una rinascita del bosco e di un ambiente integro italiano, unitamente ad un rinascimento accademico della Cucina italiana e cucina italiana nel mondo.

Vogliamo raccontare un pianeta bello che regala emozione che crea un turismo sostenibile e produce economia. Rivolgo un invito alle Istituzioni a crederci fino in fondo e a dare valore ad un comparto che vuole massima professionalità.»

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