Lo scorzone è un tartufo che offre un’estate piena di profumi del bosco. Il racconto del Maestro Cavatore e Custode del bosco Pino Crestini è eloquente.
Il miglior periodo per degustare copiosamente lo scorzone va certamente da inizio giugno a fine agosto, ma lo troviamo presente quasi tutto l’anno.
Soprattutto in altura lo scorzone lo si trova in tutta Italia ed è molto ubiquitario, quasi come l’albidum lo si può trovare sicuramente in molte zone d’Italia.
L’habitat dello scorzone è variabile: parte dal mare ed arriva fino ai 700 metri e vive a contatto con più piante: carpino, roverella, cerro e nocciolo.
Sono stati trovati scorzoni vicino al mare, ma anche nei parchi e nei giardini delle nostre città.
Una pepita di tuber aestivum cavata in città è possibile (sempre più raramente, ma è possibile), in quei parchi curati, in quelle piazzole veramente ben tenute e ordinate. Sicuramente lo scorzone estivo lo si può percepire da una scorza grossolana e con un peridio più piramidale.
I suoi principali luoghi d’elezione sono: la Romagna, il Triveneto e la Lombardia, ma anche tutto il Centro Sud.
Una sola pianta può dare mezzo chilo di tartufo ogni volta, ma poi si ferma un anno.
Il tuber aestivum propone sicuramente gran belle pepite e si conserva bene.
Anche altri paesi lo producono: l’Iran, ma soprattutto i paesi balcanici.
Sveliamo un segreto: lo scorzone maturo è molto buono, attenzione però quando la sua gleba risulta bianca, allora significa che è immaturo e alcuni lo spacciano per tartufo bianco e qualche furbacchione ne approfitta. Voi non cascateci.
Purtroppo non c’è cultura attorno al mondo del tartufo e il millantatori e gli improvvisatori vanno a nozze e si spacciano per intenditori.
Se non conosciamo i periodi di raccolta dei vari tartufi, se non conosciamo tutti i tartufi edibili, dove il colore dà sempre un chiaro significato al peridio e la gleba è emblematica come si presenta nella sua maturità, non siamo affatto esperti di tartufi.
Molti si riempiono la bocca e basta, vedo tantissimi con una conoscenza del tartufo pari a zero, l’improvvisazione invece è pari a mille.