Ferragosto ad Urbino: Chef Dormicchi mescola tradizione e arte in un menu che riporta l’innocenza dell’infanzia. Piatti autentici, vini condivisi e gioia
Nel contesto della festa di Ferragosto, ritroviamo un sentimento di gioiosa spensieratezza e la necessità di scegliere piatti che ci regalino benessere. Ci spostiamo ad Urbino, dove ci troviamo all’ombra dei Torricini, e qui abbiamo avuto il piacere di incontrare lo chef Roberto Dormicchi da Piobbico, in visita a questa affascinante città ducale.
È da lui che prende forma il racconto di come componere il menu ideale per Ferragosto, rispettando la tradizione e la freschezza stagionale, con un’intersezione tra l’arte e la cucina.
Il percorso culinario inizia dall’orto, con l’introduzione di una panzanella che rievoca i profumi del basilico e del pomodoro appena colti. Un passo successivo imprescindibile è l’inclusione del tartufo: un allettante tortino di patate, accanto a una delicata fonduta di Casciotta d’Urbino e tartufo nero estivo. Questa creazione culinaria si rivela non solo gustosa, ma anche unica nel suo genere. Le classiche tagliatelle prendono vita grazie a un condimento a base di carne di animali di bassa corte, arricchite da un ragù bianco di coniglio e abbondante tartufo. In qualità di pezzo forte del menu, Roberto propone un “secondo della nonna“: fricò o salmi, cucinati lentamente in padella nella stufa a legna, permettendo alle cotture di estrarre appieno i sapori della carne, in un tributo alla tradizione.
Per concludere il pasto in modo dolce, la proposta di Roberto si materializza in un dolce delle feste: il Bostrengo, un piacere di recupero. Questo viene presentato accanto a una crema soffice di mascarpone, aggiungendo dolcezza e freschezza al complesso di sapori.
Dormicchi sottolinea che alla base di tutto questo si trova la radice della tradizione tramandata dai nonni. Durante la festa di Ferragosto, si riscopre un’anima un po’ infantile, e diventa essenziale selezionare piatti che ci riportino benessere e gioia.
«E poi, per quanto riguarda i vini,» aggiunge Dormicchi, «stapperò una bottiglia di Bianchello e Sangiovese, da condividere con quelle persone speciali che forse incrociamo meno durante l’anno. Un’occasione per stare bene insieme in questa festività che unisce.»