Quanto mai in questi tempi così provati e densi di tristezza queste due donne motivano le città di Alba e di Sant’Angelo in Vado a promuovere la concordia e il sostegno vicendevole.
Se in età comunale le Domenicane del Terz’Ordine della Penitenza assolvono ad un delicato compito alimentando all’ interno della società civile i sentimenti di concordia e promuovendo comportamenti improntati alla solidarietà, il loro ruolo si fa di prim’ordine quando inizia a porsi l’esigenza della pacificazione tra le fazioni e si richiede alle magistrature comunali, travagliate dai contrasti ideologici e dai conflitti interni, una stabilità amministrativa e politica che non sono più in grado di garantire.
Nel rapido processo di trasformazione che determina la nascita delle Signorie, queste donne di alta spiritualità, interpretando il carisma Domenicano che incarna i principi della vera fede espressi nella Città di Dio e li rende manifesti, proponendoli come cardini della vita civile nella città dell’uomo, mettono in gioco la loro autorevolezza ed il loro prestigio, assumendo una duplice funzione di materna e spirituale consulenza politica nei confronti delle potenti famiglie che via via si affermano alla guida di molte città dell’ Italia centro-settentrionale.
È certo che nel segreto della nostra terra, dove il tartufo prende vita, occorre scavare e trarre tesori nascosti, un tempo smarriti ed ora ritrovati, che motivano la nobiltà delle nostre comuni tradizioni. Per tutte queste ragioni fin qui elencate, si può affermare come esistano molteplici affinità tra Sant’Angelo in Vado, e più in particolare il territorio del Montefeltro, e la città di Alba: le assonanze citate non riguardano solamente l’aspetto alimentare e gastronomico legato al tartufo, ma soprattutto ricadono sulla presenza di queste due sante medievali che inevitabilmente sono in grado di attivare un gemellaggio culturale tra la città di Sant’Angelo in Vado e la città di Alba.